top of page
Cappella della Sindone
Cappella della Sindone
Cappella della Sindone
Cappella della Sindone
Cappella della Sindone
Cappella della Sindone
Cappella della Sindone
Cappella della Sindone
Cappella della Sindone
Cappella della Sindone
Cappella della Sindone
Riproposizione del grande finestrone vetrato situato in corrispondenza dell’affaccio della Cappella della Sindone sul presbiterio del Duomo di Torino.

Il Grande Finestrone, o “Grande Chiassilone” come definito nei documenti d’archivio, è stato introdotto nel 1825 per volontà di Carlo Felice su progetto del Primo Regio Architetto Carlo Randoni per proteggere la Cappella della Sindone dal freddo, dalle correnti d’aria e dai rumori che provenivano dalla Cattedrale sottostante.

 

L’incendio divampato all’interno della Cappella della Sindone nel 1997 ha gravemente danneggiato il Grande Finestrone, carbonizzandolo e deformandolo per circa metà della sua altezza (pari a circa a 12 metri).

 

La riproposizione del Grande Finestrone, partendo dal dato di fatto in base al quale il chiassilone originale è stato reso irrecuperabile dall’incendio, tiene conto da una parte delle istanze di natura funzionale e gestionale che rendono necessario ripristinare una separazione fisica tra i due edifici adibiti a funzioni significativamente diverse, l’una museale e l’altra di culto, ciascuna con standard ed esigenze specifiche e sostanzialmente divergenti, dall’altra mira a rispondere alle istanze architettoniche proprie della concezione originaria guariniana mediante l’impiego delle tecniche e delle tecnologie più aggiornate attualmente disponibili in uno spirito pur sempre costantemente improntato alla tutela e alla conservazione delle due fabbriche nel loro insieme.

In quest’ottica la grande vetrata riprende fedelmente il disegno del manufatto ottocentesco, ma è congruente con le tecniche e le tecnologie attuali nonché con le normative di sicurezza vigenti.

Sono state mantenute la partitura dei montanti e delle traverse della vetrata ottocentesca mentre sono state sostitute alle 41 ante apribili quattro ante di grandi dimensioni scorrevoli manualmente che in normali condizioni di esercizio rimangono saldamente chiuse e riproducono la vetrata antica, ma in occasione di grandi eventi possono essere aperte a tutto campo riconnettendo così visivamente e fisicamente i due ambiti secondo l’originaria concezione della tanto ardita quanto geniale mente guariniana.

 

2018

Committente: Musei Reali di Torino

Progettazione architettonica: Marina Feroggio, Maurizio Momo, Chiara Momo

Progettazione strutturale e sicurezza: Paolo Napoli, Walter Ceretto, Giancarlo Gonnet, paola Granero

bottom of page