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Restauro della Chiesa della Madonna del Suffragio. Monastero Clarisse Cappuccine, Torino
 
 

La chiesa della Madonna del Suffragio sorge sul sedime di un primitivo insediamento monastico in Borgo Po che risale alla metà del secolo XVII, demolito già nel corso dello stesso secolo. 

La chiesa attuale, edificata negli anni 1872-74 su progetto dell’ing. Giovan Battista Ferrante, risale  al momento del ritorno delle suore Clarisse Cappuccine in Borgo, dopo circa duecentocinquanta anni di peregrinazioni. Alla seconda metà dell’Ottocento risalgono tutta l’edificazione del complesso costituente il monastero, che culmina con la consacrazione della chiesa nel 1874. 

 

L’edificio, con pianta a croce latina, costituita da una navata unica con tre campate e breve transetto, rappresenta una significativa testimonianza della diffusione dell’architettura eclettica in Piemonte nella seconda metà dell’Ottocento. 

La facciata della chiesa, così come l’architettura interna, è in stile neoromanico; in mattoni faccia a vista, è decorata con archetti pensili di stile lombardo. All’interno il sistema voltato a crociere, impostate su base quadrata, è costituito da una superficie intonacata segnata da nervature in mattoni, come pure in mattoni sono realizzate le semicolonne trilobate da cui si sviluppano le cordonature degli archi. I capitelli e i basamenti delle semicolonne sono realizzati in pietra. 

In corrispondenza di ogni campata si aprono quattro monofore decorate da tre riseghe in mattoni che costituiscono lo sguincio interno dell’apertura. Una fascia di mattoni faccia a vista definisce il perimetro interno dell’intero edificio. 

 

Il paramento murario in mattoni faccia a vista delle fronti laterali presenta giunti con malte a filo, leggermente rimontanti sui mattoni: questa tecnica ha garantito nel tempo una buona protezione contro le infiltrazioni d'acqua e ha fortemente limitato i fenomeni di decoesione del mattone. Il degrado appare più evidente in prossimità delle aperture e della faldaleria danneggiata, e, più marcatamente, nella parte basamentale interessata da umidità di risalita. 

L'intervento di restauro innanzi tutto prevede l'eliminazione delle cause oggettive del degrado, da ascriversi in particolare alle infiltrazioni d’acqua: si prevede quindi, dopo una attenta verifica di tutta la faldaleria delle fronti in oggetto, comprese le copertine delle modanature, la sostituzione degli elementi danneggiati o incongruenti con nuovi faldali in rame e, ove necessario, la sostituzione dei pluviali danneggiati o sottodimensionati. Si prevede inoltre la revisione dell’intero manto di copertura.

Il restauro avverrà mediante il consolidamento del laterizio decoesionato e scagliato e, ove necessario, la ricostruzione delle tessiture murarie con laterizio congruente mediante cuci­-scuci o con la semplice sostituzione di parti di laterizio; i giunti saranno reintegrati con malta a filo leggermente ricoprente il laterizio e con impasto e granulometria simile a quella esistente. Si prevede inoltre un’attenta verifica dei serramenti in ferro, con particolare attenzione alle battute dei telai e alle piombature dei vetri. 

 

Sulla facciata si opererà come sopra descritto per la muratura, tenendo presente che qui l’apparecchio murario ha giunti a filo molto sottili, conservati discretamente, mentre, per le colonne in pietra, fortemente degradate, si prevede un intervento di restauro da effettuarsi mediante una accurata spazzolatura morbida ed eventualmente una successiva pulitura con acqua nebulizzata. Si dovranno inoltre eliminare eventuali depositi con impacchi di polpa di carta e ammonio, effettuare la stuccatura delle fessurazioni dei giunti degradati con malte idonee, e integrare le mancanze con un legante idraulico e polvere di pietra. Infine sarà necessaria una stesura di protettivo a base di consolidanti idonei. Un intervento analogo si realizzerà sui gradini di accesso e sui davanzali in pietra. 

 

All’interno  si prevede la verifica completa e accurata di tutte le parti intonacate e la rimozione mirata degli intonaci degradati o intaccati da umidità di risalita. Successivamente si opererà il rifacimento degli intonaci rimossi o mancanti con malta di sabbia e calce spenta manualmente e con finitura similare agli intonaci storici. Per gli intonaci stabili si procederà all'eventuale consolidamento delle fessurazioni superficiali e delle piccole mancanze e quindi alla pulitura mediante cauta raschiatura e spazzolatura. Le superfici intonacate saranno in seguito tonalizzate con tinteggiatura a base di latte di calce e terre naturali o ai silicati, e successiva velatura  ai silicati. 

Per le parti realizzate in laterizio si prevede la pulitura delle superfici, tramite spazzolatura, ed un ulteriore intervento di stuccatura dei giunti degradati; un intervento di pulitura è previsto per gli elementi in pietra delle semicolonne.

E’ previsto anche un intervento di pulitura e lucidatura del pavimento in marmo, così come il restauro dell’altare marmoreo, mediante pulitura, eventuale integrazione delle mancanze e riceratura finale con cera microcristallina. Sarà sverniciata, stuccata e finita a cera anche la bussola lignea di ingresso alla chiesa.

Nell’occasione si procederà anche all’adeguamento alla normativa vigente di tutto l’impianto elettrico della chiesa. Palazzina di Caccia il progetto di Filippo Juvarra è nitidamente scandito nella distribuzione planimetrica dai fabbricati affacciati sul cortile d’onore, che hanno

 

 

1999-2000

 

Committente: Monastero Clarisse Cappuccine, Torino

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